martedì 21 ottobre 2008

venerdì 3 ottobre 2008

Quando dire fantascienza è...fantascienza!

Sto leggendo il bellissimo libro di Ray Bradbury "FAHRENHEIT 451" e più mi addentro nella storia, più prendono forma le analogie con un altro (a mio avviso) capolavoro della letteratura quale è "1984" di George Orwell.
Pubblicati a pochi anni di distanza l'uno dall'altro (1984 è del 1949, Fahrenheit del 1951) sono entrambi un esempio di fantascienza cosiddetta "distopica".

Da Wikipedia:
Per distopìa(o antiutopìa, pseudo-utopìa o utopìa negativa)si intende una società indesiderabile sotto tutti i punti di vista. Il termine è stato coniato come opposto di utopia ed è soprattutto utilizzato in riferimento alla rappresentazione di unasocietà fittizia(spesso ambientata in un futuro prossimo)nella quale le tendenze sociali sono portate ad estremi apocalittici).

In entrambi i romanzi è centrale il tema del controllo sulla società da parte dei governi principalmente attraverso la censura e la falsificazione delle notizie.
In Fahrenheit è un reato leggere qualsiasi tipo di libro o rivista e la mansione dei vigili del fuoco (il protagonista è uno di questi) è quella di mantenere l'ordine pubblico appiccando incendi alle case dei sovversivi detentori di biblioteche segrete.
La parola scritta inevitabilmente porta a riflessioni introspettive, dunque non controllabili e pertanto "pericolose". Dalla parte opposta invece c'è la televisione, utilizzata dal governo come unico strumento di comunicazione e di informazione e soprattutto mezzo per educare a cosa è giusto e cosa sbagliato tutti i cittadini: nessuno deve avere un'opinione personale.
In 1984 il protagonista lavora al Ministero della Verità ed ha il compito (neanche a dirlo) di censurare tutto ciò che si discosta dalla politica del governo totalitario e di alterare la storia. I libri di testo ed i giornali vengono alterati a seconda di ciò che convenga di più alla classe dominante. Gli originale dei libri e dei giornali vengono poi distrutti e quel che si viene a creare è un mondo totalmente fasullo, ma nel quale nessuno può più far a meno di credere.

Leggendo questi libri faccio quasi fatica a credere che siano stati scritti veramente 60 anni fa e che siano considerati fantascienza.
Mi sembrano storie dei nostri giorni.
Storie di un Paese come l'Italia, avviluppato dai tentacoli del polipo maligno chiamato CENSURA; ove il parlamento si indigna più per una vignetta umoristica che prende di mira un ministro della repubblica che per il pestaggio di questo o quel immigrato; ove piovono querele su comici e giornalisti che si discostano dalla massa di zombie senza intelletto e senza cuore che presiedono tutti i tg e la maggior parte delle redazioni dei quotidiani.
La satira dei fratelli Guzzanti, di Luttazzi, di Vauro, di Mauro Biani e tanti altri comici, così come le notizie di alcuni giornalisti come Travaglio, la Gabanelli, hanno un importante merito che spero non venga soppresso da questi governi (mi riferisco sia al governo ufficiale che al ridicolo governo ombra): quello di mantenere attivo il libero pensiero.
Temo che il meccanismo del "prendo per buono quello che mi dicono perchè non ho voglia di trovare fonti di informazione alternative" abbia ingabbiato già tante persone, ma il mio inguaribile ottimismo continua a farmi sperare che ci siano migliaia di persone che hanno il mio stesso punto di vista sull'argomento:
La censura uccide il libero pensiero e senza il libero pensiero non può esserci democrazia.
E per l'amordidddio...che senso ha indignarsi a comando per la situazione in Cina o in Myanmar e continuare a pensare che nel nostro democratico paese non potrebbe mai succedere nulla di simile?



Art. 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo:
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.